Nelle Filippine è in atto ‘un’emergenza umanitaria di massa’ a causa del Tifone Haiyan che ha colpito negli ultimi giorni il Paese: le fonti Caritas parlano di decine di migliaia di morti, feriti, dispersi, probabilmente con numeri molto superiori alle stime attuali. Il disastro si configura pertanto come un’emergenza di altissimo livello per devastazione e complessità, vista l’alta densità della popolazione e la vastità del territorio colpito. Moltissime regioni interne non sono ancora state raggiunte dai soccorritori, cosa che fa pensare e rafforza la probabilità che il numero delle vittime e l’entità dei danni siano destinati a crescere.
All’appello lanciato da Papa Francesco, ha prontamente risposto Caritas Italiana che ha messo a disposizione 100.000 euro attivando una raccolta fondi a sostegno degli interventi Caritas nelle zone colpite. La Presidenza della Cei ha stanziato tre milioni di euro dai fondi derivanti dall’otto per mille, da destinarsi alla prima emergenza, sottolineando l’attivazione di Caritas Italiana e le parole del Direttore don Francesco Soddu, circa «l’importanza di un aiuto concreto e immediato». Inoltre, la Cei ha indetto una colletta ‘straordinaria’ nazionale, da organizzare in tutte le Chiese d’Italia, il prossimo 1 dicembre 2013.
Il devastante tifone Haiyan ha colpito le isole più povere del gruppo delle ‘Visayas’ – che si trovano nella regione centrale delle Filippine -, Samar e, in particolare, Leyte. Più di quattro milioni di persone hanno dovuto abbandonare le proprie case, rifugiandosi in ripari di fortuna. Inoltre, si sono verificati danni incalcolabili alle infrastrutture – con linee elettriche e strade distrutte – manca l’acqua potabile e, in alcune aree del territorio, le comunicazioni sono completamente interrotte.
Una situazione caotica, come ha denunciato Fr. Edwin Gariguez, direttore di Caritas Filippine (NASSA), durante una teleconferenza organizzata per fare il punto della situazione. «Si tratta di una catastrofe che ha colpito tutta la parte centrale del paese, e la situazione peggiore è quella delle piccole isole che si trovano sulla rotta del ciclone, con cui è difficile mettersi in contatto». «Attualmente, i bisogni più urgenti sono quelli di cibo, acqua e medicine – ha continuato Fr. Edwin – e nelle parrocchie è già iniziata la distribuzione degli aiuti. Nelle zone colpite, la maggior parte delle case sono distrutte e la gente vaga senza meta alla ricerca di un riparo. I cadaveri delle vittime della furia del ciclone sono dappertutto e si fatica anche solo a contarli».
La sede Caritas di Manila è diventato un centro operativo dove 250 volontari sono al lavoro per confezionare pacchi con generi alimentari (soprattutto riso e farina) che vengono poi distribuiti alle famiglie di Leyte. Nelle prossime settimane si prevede di raggiungere con 20.000 pacchi di alimenti altrettante famiglie nelle nove zone più colpite. In collaborazione con il CRS della rete Caritas sono già stati distribuiti aiuti, in particolare tende, a 18.000 famiglie sfollate nella zona di Cebu City; inoltre, è stato messo a punto un piano di interventi in favore di 100.000 famiglie, 500.000 persone, che prevede alloggi, di emergenza e permanenti, distribuzione di acqua, prodotti per l’igiene, attrezzature per la cucina e generi non alimentari di prima necessità.