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Tempio – Ampurias, la Caritas promuove il progetto Madre Terra

L’alluvione del novembre 2013, che ha gravemente colpito il nostro territorio e il ciclone che, a distanza di quasi due anni si è abbattuto  su varie zone della Sardegna, ha messo in risalto quanto sia pericoloso il modo sconsiderato e irresponsabile con cui l’uomo sta violentando la natura e come la terra, madre  dell’universo, non venga trattata come tale, ma usata in modo irrazionale per soddisfare il desiderio di possesso e di potere dell’uomo.

progetto madre terra

È un fatto ineccepibile che la società si è resa protagonista di grandiose conquiste tecniche, ma è indubbio che l’uomo ormai vive in una dimensione che sta pian piano divenendo un boomerang contro la natura e contro se stesso ed anzi oggigiorno l’uomo ne è vittima in quanto non è più in grado di dominarla. L’azione e la gestione irresponsabile dell’uomo, che non ha saputo riconoscere i propri limiti, usandola e spadroneggiandone a proprio piacimento, ha comportato effetti gravi, estesi e spesso con conseguenze devastanti, non più sanabili; si pensi ai fenomeni distruttivi cui stiamo assistendo negli ultimi anni, dove pratiche irrispettose della natura hanno finito per sconvolgere l’ordine naturale delle cose. 

Per far fronte a tutto ciò e perché ognuno di noi possa  esserne “sentinella”, la Caritas desiderando che l’evento alluvione non passi senza lasciare traccia, se non di sofferenza, ma inviti alla riflessione e al cambiamento, presenta un progetto, attraverso un sito web (www.progettomadreterra-dta.it) appositamente dedicato, destinato soprattutto ai giovani, ma non solo, per fare un’opera di prevenzione e educazione. La diocesi di Tempio-Ampurias è attivamente impegnata nel progetto dal titolo: “Madre Terra”, nato all’indomani dell’alluvione che colpi Olbia e varie zone della Sardegna nel novembre 2013, che ha portato in superficie la crisi ecologica e ambientale della nostra terra, costantemente “minacciata e violentata” dallo sfruttamento sconsiderato del suolo, dal disboscamento, incendi, cementificazione e politiche edilizie ed economiche errate.

Il progetto già operativo persegue finalità educative, di sensibilizzazione, di formazione e promozione sociale e culturale con particolare attenzione al territorio, per recuperare l’alleanza infranta tra l’uomo e il creato, attraverso processi di educazione e “conversione ecologica”. La Caritas intende incidere un segno forte perché tutti sentano il dovere di porsi al servizio nel nostro territorio, con un enorme impegno sia in termini di risorse che di energie, facendo fronte all’emergenza con un’opera di prevenzione per i grandi dissesti dovuti all’azione spregiudicata dell’uomo. Il progetto sarà spalmato in due anni col sostegno e gli sforzi congiunti delle istituzioni, delle associazioni di volontariato e della comunità intera e primariamente di tutte le  scuole di ogni ordine e grado.

L’obiettivo del progetto è quello di formare delle coscienze civili, sensibili alle problematiche ambientali, suscitando la responsabilità individuale e collettiva verso un bene che deve essere gelosamente custodito, perché possa poi passare alle generazioni future. Distinte per fasce d’età,  verranno avviate nelle scuole una serie di attività di sensibilizzazione sul tema dell’ambiente a partire dalla scuola dell’ Infanzia. L’intervento educativo sin da piccoli è fondamentale perché si prenda da subito coscienza del degrado ambientale che ci sta intorno e di tutti i danni causati dalla mano dell’uomo; i piccoli, pur nella loro ingenuità, ma con la freschezza della loro sensibilità potranno “sentire” la sofferenza della natura ferita ed essere coinvolti emotivamente.

La scuola riveste un ruolo primario nel formare coloro che saranno i futuri cittadini e il progetto attraverso le varie attività diversificate (esplorazione dell’ambiente, laboratori, visite guidate nel territorio, visione di immagini, musica etc.), intende far acquisire anche agli alunni della scuola primaria, media e superiore una conoscenza sempre più ampia del proprio territorio e dell’ambiente in cui si vive, valorizzando l’esperienza sul campo, a stretto contatto con la natura, educandoli alle “buone prassi” per uno “sviluppo sostenibile”, consapevoli del valore dell’ambiente e della necessità della sua salvaguardia, lavorando tutti insieme per una logica che abbia davvero a cuore la natura e le sue risorse.        

A cura di Antonella Sedda