Sono oltre 35mila gli stranieri iscritti nelle anagrafi comunali dell’Isola, per il 57% donne. Tra le nazionalità, la prima collettività è la romena, seguita dalla marocchina, dalla senegalese, dalla cinese e dall’ucraina. Sono alcuni dei dati riguardanti l’immigrazione in Sardegna, emersi dal XXIII Rapporto immigrazione Caritas e Migrantes, presentato oggi al Teatro Sant’Eulalia a Cagliari.
Un’occasione per riflettere sull’impegno della Chiesa che non è limitato al problema dell’immigrazione – come ha ricordato Mons. Arrigo Miglio, Arcivescovo di Cagliari e Presidente della Conferenza episcopale sarda – ma è strettamente correlato a quello dell’emigrazione: «Siamo un paese che invecchia e che vede troppi giovani in fuga, problema che si riflette sull’ambito dell’immigrazione, in cui dobbiamo impegnarci per migliorare l’accoglienza offerta ed essere in grado di dare speranza». Mons. Giovanni Paolo Zedda, Vescovo delegato della CES per il servizio della carità, ha ricordato «la necessità di garantire l’accoglienza e di saper condividere le proprie risorse con gli immigrati, anche in un momento di crisi come quella attuale».
Don Marco Lai, direttore della Caritas di Cagliari e delegato regionale Caritas, ha poi ricordato gli impegni e le azioni che la Caritas da anni persegue per offrire una vita migliore alla comunità straniera e a quella sarda.
A seguire, le relazioni di Oliviero Forti, responsabile ufficio immigrazione Caritas Italiana, che ha sottolineato il paradosso per cui nonostante la crisi economica cresce l’occupazione dei migranti in alcuni settori, come nel welfare domestico. Allo stesso tempo, aumenta lo sfruttamento lavorativo, che coinvolge decine di migliaia di stranieri.
Roberto Cherchi, docente universitario e collaboratore del rapporto, ha descritto le leggi che regolano il funzionamento dei centri di accoglienza, con particolare riferimento a quello di Elmas. Cherchi ha fatto riferimento ad urgenti provvedimenti da parte del Governo italiano per migliorare la situazione degli stessi centri, sia per quanto riguarda i termini di permanenza che la tutela della salute di coloro che vi sostano.
Raffaele Callia, responsabile del Servizio studi e ricerche della Caritas regionale e redattore del Rapporto, ha evidenziato alcuni aspetti che interessano, nello specifico, la situazione della Sardegna. Essa si posiziona al quart’ultimo posto tra le realtà regionali per numero di presenze, accogliendo solo lo 0,8% di tutti i cittadini stranieri in Italia. Considerando la presenza complessiva degli stranieri regolari nell’isola, oltre agli stranieri iscritti alle anagrafi comunali, il dato arriva alle 40mila unità. Gli immigrati si concentrano nelle province di Cagliari e Olbia-Tempio, le quali assorbono insieme il 60% dell’intera popolazione straniera residente in Sardegna. Ancora una volta, il saldo migratorio (+ 5.715) è riuscito a compensare il saldo naturale (-3.182), oramai negativo da diversi anni. Risultano significativi i dati relativi all’incidenza degli stranieri residenti nei comuni sardi sul totale della popolazione residente nell’Isola, dallo 0,6% del 2001 al 2,2% del 2013. Oltre alle nazionalità già menzionate, appare relativamente consistente anche quella filippina, concentrata in particolare nel cagliaritano.
La crisi ha prodotto delle ripercussioni sull’occupazione straniera; nel complesso, gli occupati presenti in Sardegna costituiscono il 2,6% del totale degli occupati stranieri in Italia. Dei 7.374 rapporti di lavoro attivati in Sardegna nel 2012, relativi a lavoratori stranieri non comunitari, la quota più consistente ha riguardato gli addetti alle attività svolte da famiglie e convivenze (36,2% nell’Isola rispetto al 18,4 a livello nazionale); è dunque il settore dei servizi a costituire lo spazio di inserimento prevalente dei lavoratori stranieri. Inoltre, i titolari di imprese individuali (con sede in Sardegna) nel periodo 2011-2012 sono aumentati da 5749 a 6170.
La presentazione del Rapporto si è conclusa con l’intervento di Valentina Brinis, co-autrice (insieme a Luigi Manconi) del libro ‘Accogliamoli tutti’, che ha auspicato un miglioramento dei diritti degli immigrati, con particolare riferimento all’integrazione lavorativa. La presidente della Consulta degli stranieri del Comune Cagliari Lina Zhan ha inoltre messo l’accento sulla mancanza di comunicazione e informazione tra enti e immigrati.
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