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Ozieri, la Veglia diocesana apre il palinsesto per la Giornata Mondiale dei Poveri

Non solo un momento propedeutico alla 1°Giornata Mondiale dei Poveri, ma “un modo per crescere nella nostra umanità e nella nostra fede” ha definito Mons. Melis la Veglia diocesana di preghiera presieduta a Bottidda presso la parrocchia della B.V. del Rosario, insieme al parroco don Mario Curzu: “Non amiamo a parole, ma con i fatti”, il titolo dato dallo stesso Papa Francesco alla Giornata istituita per la XXXIII Domenica del Tempo Ordinario, è stato il motivo ricorrente che ha messo insieme tutti i pezzi della celebrazione, ricca di segni e tuttavia priva di cerimonialismi, predisposta nei dettagli dall’Equipe Caritas diocesana come prima tappa di un cartellone costruito attorno all’evento del 19 Novembre.

Un invito alla concretezza e all’azione che fin dalle prime battute del messaggio di Francesco punta a creare incontri, a produrre una condivisione autentica che non si risolva in pratiche sporadiche e “salva-coscienza” , ma diventi un reale stile di vita di chi sta insieme e vicino ai poveri, trovando sempre fondamento nella preghiera che faccia emergere “il valore cristiano della solidarietà”. Per questo, la stessa veglia è stata studiata come un’alternanza di parole e di azioni, in cui ai numerosi spunti di riflessione forniti dalle Lettere degli apostoli Giovanni e Giacomo, dai canti e da alcuni estratti del messaggio del Papa sono seguiti gesti concreti che hanno coinvolto attivamente i partecipanti, provenienti da ogni parte della Diocesi: la presentazione all’altare di un’ampolla di Nardo – la preziosa ed intensissima essenza citata nei testi sacri – e di una cesta di pane hanno dato consistenza ad una condivisione tangibile, di profumo e di sapore, tra tutti i presenti, culminata poi nella recita del Padre nostro, la preghiera al plurale che per antonomasia comporta partecipazione e responsabilità comune.

“La povertà ci tocca tutti – ha confermato il Vescovo nell’omelia – eppure il nostro mondo ha tanti cuori pieni di troppe cose per accorgersi dei poveri, aldilà delle etichette” : ha espresso dunque la necessità di attuare quella “rivoluzione dei cuori” innescata dal Papa, superando le chiacchiere e passando effettivamente all’azione per “far entrare le esigenze del prossimo nelle nostre vite”.

Un auspicio che lo stesso Francesco ha rievocato nell’Angelus domenicale, denunciando l’indifferenza come un grave peccato contro i poveri, e a cui dunque non basta più dare un tacito e sterile consenso, ma urge una vera testimonianza di carità a cui nessun cristiano può più sottrarsi.

Viviana Tilocca