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Ozieri, celebrata la 2°Giornata del Dialogo interreligioso

Tra i tanti messaggi di cui la Giornata del Dialogo Interreligioso è foriera, c’è senza dubbio la consapevolezza che un cammino comune tra culture e religioni differenti è possibile, ed esiste già in questa piccola Diocesi del centro Sardegna a dispetto delle violente dinamiche internazionali: l’evento, promosso dalla Caritas di Ozieri e CSV Sardegna Solidale, e giunto alla sua seconda edizione il 22 aprile presso i locali dell’Hotel “La Madonnina” di Buddusò, ha riunito circa 150 partecipanti, mettendo insieme cattolici, ortodossi e musulmani e causando una dirompente deflagrazione di reciproca conoscenza, di rispetto comune, di preghiera e di canto condivisi in un’unica celebrazione, in cui tutti hanno potuto professare in libertà i rispettivi credo come dal tema designato “Tanti popoli, un solo Dio” .

L’accoglienza di don Nino Carta e dell’intera sua comunità ha reso il centro del Monte Acuto una vera piccola Assisi, “un simbolo di fratellanza per tutta la Diocesi”, come ha espresso il sindaco Satta, e come anche confermato dal Direttore della Caritas Diocesana don Mario Curzu, che in apertura ha puntualizzato il ruolo fondamentale delle religioni per la pace, e per la costituzione di un’unica grande famiglia umana.

“La vicinanza dei mondi e dei popoli ha reso il dialogo tra la Chiesa cattolica e le altre religioni una vera e propria necessità – ha asserito il Vescovo Corrado Melis – un segno dei tempi a cui grande impulso ha dato il pontificato di Giovanni Paolo II, e da cui può nascere una nuova fraternità universale”: un ritorno al passato più che un obiettivo da perseguire, dato che la pacifica convivenza religiosa affonda le sue radici in tempi molto lontani.

È proprio su questo che si è concentrato il prezioso contributo dell’Imam di Olbia, Maalaoui Hamadi, aperto da “un sorriso di pace, ed il saluto Salam Aleikum ” con cui ha ricordato ai presenti che “il cammino di pace tra cattolici e musulmani non è nato oggi, ma si perde fin dalle origini della storia delle religioni, quando Islam e Cristianesimo convivevano pacificamente a Medina, e come è anche scritto nel Corano: “Troverai che i più prossimi all’amore per i credenti sono coloro che dicono: “In verità siamo nazareni”.

Una compatibilità che esiste e si pratica anche oggi, ma che è molto meno mediatica rispetto agli eventi più efferati degli ultimi tempi, come ha anche raccontato l’avvocato Alberto Russo – consulente in materia di immigrazione e protezione internazionale – nel parlare di un’Italia “a due velocità”: da una parte condizionata da leggende metropolitane e spinte xenofobe politicamente promosse, dall’altra accogliente e generosa, come dimostrato da alcune emozionanti testimonianze di profughi e di una ragazza rumena intervenuti nel dibattito, moderato dalla vicedirettrice Giovanna Pani.

Simbolo di un impegno rinnovato quindi, la targa commemorativa scoperta dall’Imam, e la messa a dimora di un ulivo nella vicina oasi S. Francesco hanno voluto segnare concretamente una nuova tappa di questo cammino d’integrazione destinata a divenire consuetudine , per non tradire la vocazione al bene alla radice di ogni religione del mondo, e per raggiungere una pace che non sia solo auspicabile, ma effettivamente conquistata e vissuta.

A cura di Viviana Tilocca