L’Osservatorio delle povertà e delle risorse è uno strumento della Chiesa locale sorto con l’obiettivo di rilevare sistematicamente le situazioni di povertà, disagio e vulnerabilità sociale, nonché il sistema di risposte messo in atto per contrastarle. Quanto osservato e rilevato è a disposizione della comunità cristiana per l’animazione al suo interno e verso la società civile. Destinatario principale del lavoro dell’Osservatorio è l’intera comunità cristiana, ai suoi diversi livelli (Vescovo, Consiglio presbiterale, Consiglio pastorale diocesano, Uffici pastorali, Caritas diocesana, Parrocchie, realtà ecclesiali di vario tipo, ecc.). Il lavoro dell’Osservatorio può anche rivolgersi, direttamente o indirettamente, alle istituzioni civili e all’opinione pubblica nel suo complesso, quando le informazioni di cui dispone possono offrire significativi elementi di riflessione in concomitanza o per la realizzazione di iniziative pubbliche.
Gli Osservatori delle povertà e delle risorse nascono sulla base della sollecitazione emersa nel corso del secondo Convegno ecclesiale nazionale (tenutosi a Loreto nel 1985):
“Dobbiamo (…) acquisire un’adeguata competenza nella lettura dei bisogni, delle povertà, dell’emarginazione:
un osservatorio permanente, capace di seguire le dinamiche dei problemi della gente e di coinvolgere direttamente la
comunità ecclesiale in modo scientifico, non dovrebbe mancare in nessuna chiesa locale”
(CEI, La Chiesa in Italia dopo Loreto, in ECEI 3/2666).
L’Osservatorio ha, quindi, una funzione esplicitamente pastorale. È un servizio della Chiesa diocesana affidato alla Caritas quale strumento volto ad aiutare la comunità cristiana a osservare sistematicamente le situazioni di povertà, di disagio, di emarginazione, di esclusione presenti sul territorio e le loro dinamiche di sviluppo, comunicando e rivolgendosi alla comunità ecclesiale e all’opinione pubblica, favorendo il coinvolgimento e la messa in rete dei diversi attori sociali impegnati sul territorio, verificando ed approfondendo l’utilizzo delle risorse (della loro efficacia ed efficienza) e stimolando eventuali proposte di intervento.
Per “seguire le dinamiche dei problemi della gente e coinvolgere direttamente la comunità ecclesiale” l’Osservatorio ha, come oggetto specifico di lavoro, la conoscenza competente, sistematica e aggiornata:
- delle condizioni delle persone fragili, delle cause e delle dinamiche di sviluppo dei loro problemi;
- delle risorse disponibili per l’accoglienza delle loro fragilità, soprattutto in termini di servizi (sia di tipo civile che ecclesiale);
- del contesto ecclesiale, della storia della carità della diocesi e delle forme organizzative che questa ha assunto negli anni (anche per poter individuare eventuali carenze e spazi per futuri interventi);
- del quadro legislativo e normativo (ai diversi livelli) che le riguardano, direttamente o indirettamente per permettere alla Caritas diocesana di intervenire anche sul piano dell’advocacy;
- della storia sociale, economica, culturale, ecc. del territorio di riferimento.
Per “aiutare la comunità cristiana a rilevare, mediante l’osservazione sistematica, le situazioni di povertà, disagio, emarginazione, esclusione presenti sul territorio” l’Osservatorio vede nelle parrocchie un interlocutore privilegiato: da coinvolgere, perché le Caritas parrocchiali assumano consapevolezza di questo loro ruolo privilegiato e crescano nella “abilità” di leggere il proprio territorio, ma soprattutto nella capacità di comunicare con la comunità cristiana e nella responsabilità di coinvolgerla.
L’attività di osservazione va quindi considerata come metodo pastorale ordinario e sistematico di approccio alla realtà, per una Chiesa che vuole pensare prima di agire, evitando così il rischio che la programmazione della pastorale della carità identifichi i propri obiettivi affidandosi alle impressioni soggettive, rincorrendo le emergenze, limitandosi alla conoscenza superficiale dei problemi senza andare alle loro cause. È per questo che il lavoro dell’Osservatorio, oltre ad essere strettamente connesso con quello dei Centri di ascolto (fonti privilegiate di rilevazione dei dati sulle povertà), deve necessariamente porsi in sinergia con quello del Laboratorio per la promozione e l’accompagnamento delle Caritas parrocchiali, insieme al quale:
- promuove nelle parrocchie la capacità e l’importanza dell’osservazione del territorio (delle sue povertà e delle sue risorse);
- incoraggia la conoscenza e l’uso di modalità di raccolta delle informazioni adeguate e sostenibili per punti di ascolto e Caritas parrocchiali;
- propone alle parrocchie modalità sostenibili di comunicazione dei dati emersi, alla comunità ecclesiale e all’opinione pubblica;
- stimola il coinvolgimento delle comunità e la costruzione di una rete tra i vari attori sociali impegnati nel territorio, per suscitare proposte di intervento, ripensare modi di azione;
- sollecita l’intera comunità parrocchiale a riconsiderare le proprie priorità pastorali, a partire dalla lettura e dalla comprensione delle situazioni dei “poveri”.
(tratto da “Osservare per animare. Guida per l’osservazione e l’animazione della comunità cristiana e del territorio”)
Dott. Raffaele Callia