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L’impegno contro la povertà educativa raccontato a San Gavino

L’impegno nella lotta alla povertà educativa e alla dispersione scolastica al centro del seminario “Raccontare il territorio. La città dell’educazione” organizzato lo scorso 13 aprile nel Centro pastorale diocesano a San Gavino Monreale dall’Ordine dei giornalisti della Sardegna, dall’Agenzia Redattore Sociale e dalla Delegazione regionale Caritas Sardegna, in collaborazione con l’UCSI Sardegna. A introdurre e coordinare l’incontro, il presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti Francesco Birocchi; dopo i saluti del sindaco di San Gavino Carlo Tomasi, del vescovo mons. Roberto Carboni, del delegato regionale Caritas Raffaele Callia e del presidente dell’UCSI Sardegna Andrea Pala, la relazione di Stefano Caredda, direttore dell’Agenzia Redattore sociale. Quest’ultimo ha ricordato come il concetto di povertà educativa sia una lesione non solo del mero diritto allo studio, ma una mancanza di opportunità educative a 360 gradi, da quelle culturali allo sport, con forti ripercussioni sulla crescita dei ragazzi. Inoltre il disagio economico spesso si traduce in divario educativo, causando quel fenomeno della cosiddetta “povertà inter-generazionale”, che si tramanda da padre in figlio. I dati mostrano come povertà economica e povertà educativa si alimentino a vicenda, perché la carenza di mezzi culturali e di reti sociali riduce anche le opportunità occupazionali. Allo stesso tempo, le ristrettezze economiche limitano l’accesso alle risorse culturali ed educative, costituendo un ostacolo oggettivo per i bambini e i ragazzi che provengono da famiglie svantaggiate. Questa condizione nel breve periodo mina il diritto del minore alla realizzazione e alla gratificazione personale, e nel lungo periodo riduce la stessa probabilità che da adulto riesca a sottrarsi da una condizione di disagio economico. I risultati di oggi – ha sottolineato Caredda – danno forma alle opportunità di domani: è probabile che grandi divari di reddito tra i genitori di oggi implichino maggiori divari nella qualità dell’istruzione o dell’accesso alle opportunità del mercato del lavoro tra i bambini di domani e le circostanze odierne influenzeranno chiaramente i risultati futuri.

Di fronte a queste problematiche, l’importanza della comunità educante: scuola, terzo settore, famiglie, istituzioni, associazioni che, insieme, uniscono le forze per accompagnare e sostenere il futuro dei giovani. Ruolo fondamentale quello svolto dall’istituzione scolastica ben evidenziato da Francesco Feliziani direttore dell’Ufficio scolastico regionale, che ha messo in luce anche alcune criticità del sistema, spesso aggravate dall’incapacità della stampa di raccontarle in modo corretto, e della politica talvolta incapace di prendere decisioni efficaci.

L’importanza della rete e della sinergia educativa tra le varie realtà territoriali per combattere la dispersione  scolastica  è stata ribadita da Vincenza Pisanu, dirigente scolastica all’Istituto di istruzione superiore “Marconi-Lussu” di San Gavino Monreale: un impegno che deve riguardare anche coloro che si trovano in una condizione di dispersione implicita, per garantire una crescita e sviluppo nel senso più ampio del termine.

Ancora, il racconto di alcune buone prassi nel territorio: l’impegno accanto gli alunni con BES (bisogni educativi speciali) raccontato dalla pedagogista Chiara Laino che ha sottolineato l’importanza di rafforzare la consapevolezza nelle famiglie: «Queste ultime – ha detto – non sono consapevoli di avere i propri figli in situazione di povertà educativa perché non hanno mai conosciuto la ricchezza educativa». Perciò,«è necessaria l’acquisizione di una forte consapevolezza, specialmente nei nuclei che ricevono diagnosi di disturbi neurologici. Rendere consapevoli gli inconsapevoli è il primo passo per prendersi cura di chi ha un bisogno, dando attenzione alle potenzialità e alle specificità di ciascuno».

Altra buona prassi quella portata avanti dalla Cooperativa “Sinergie” onlus con una trentina di anni di esperienza nei settori educativo, sanitario e sociale, con oltre 200 progetti realizzati nel corso degli anni: «Nell’ultimo anno si sono rivolte a noi più di 80 famiglie – ha detto la vicepresidente Sara Mura – e la maggior parte delle richieste riguardano pre-adolescenti ma anche bambini della scuola primaria”. Ansia sociale, da performance, disturbi del sonno e dell’alimentazione con tendenze suicidiarie, mostrano la necessità di dare molta attenzione ai segnali che bambini e ragazzi lanciano: bisogna leggere i bisogni, quelli espressi e quelli non espressi, occorre stare accanto e creare reti di sostegno e una presa in carico globale».

Ancora, il ruolo della lettura e dello sport per prevenire il disagio giovanile e la dispersione scolastica negli interventi di Beatrice Arangino, coordinatrice del sistema bibliotecario “Monte Linas” del Medio Campidano, e di Bruno Perra, presidente Coni Sardegna.

Infine, don Marco Statzu, direttore della Caritas diocesana di Ales-Terralba, ha illustrato le tante attività promosse per contrastare la dispersione scolastica. Si è soffermato sul progetto 2023 della Caritas di Ales-Terralba, finanziato dalla Caritas Italiana con i fondi 8xmille alla Chiesa Cattolica: «Il Centro Educativo Diffuso ha come obiettivo quello di intervenire nelle situazioni più urgenti, in modo che sensibilizzando le comunità ospitanti, le nuove generazioni, possano ritrovare le dinamiche fruttuose della cosiddetta comunità educante – ha sottolineato il direttore – non abbiamo a che fare con i numeri delle grandi metropoli, i nostri piccoli centri abitati possono diventare un modello di comunità educante, dove la vicinanza, i rapporti di conoscenza, di convivenza, la semplicità dello stare insieme, la genuinità delle occasioni di aggregazione, saranno le caratteristiche che faciliteranno il raggiungimento dei benefici che ci aspettiamo». Il Centro Educativo Diffuso è un progetto localizzato in diverse aree di intervento che si concretizzano in spazi polifunzionali all’interno di 6 comunità così localizzate: Ales (Centro per la Famiglia “San Giuseppe”), Terralba (Locali parrocchiali della Parrocchia di San Ciriaco), Sardara (Locali parrocchiali della Parrocchia Santa Maria Assunta), Villacidro (Seminario Vescovile), San Nicolò D’Arcidano (Via Ponti de Sa Murta), San Gavino (Centro Pastorale Diocesano).  Sono previste: attività di accompagnamento allo studio con un supporto personalizzato e individualizzato, doposcuola in tre comuni della diocesi, percorsi di orientamento per gli studenti maggiormente a rischio di dispersione, corsi di lingua straniera di base e certificati, e ancora, laboratori di lettura e scrittura creativa.  «Questo progetto – conclude il direttore – risulta essere non solo un’attività di contrasto alla povertà educativa e alla dispersione scolastica, ma anche una proposta di socializzazione in cui attraverso i corsi di lingua, i laboratori ricreativi, le attività di contrasto all’abbandono scolastico, etc. si possono generare dei circuiti virtuosi di realizzazione personale per il bene delle comunità locali, in una dinamica di “restituzione” affinché si sviluppino le buone pratiche del volontariato». In chiusura, la bellissima testimonianza di Sabrina Milanovic, giovane studentessa che vive nel Campo Rom di San Nicolò di Arcidano, che dopo aver conseguito il diploma in Amministrazione Finanza e Marketing,  ha deciso di proseguire gli studi all’università per realizzare i suoi sogni impegnandosi ogni giorno per superare le difficoltà e i pregiudizi.