Un momento di riflessione e confronto sull’Enciclica di Papa Francesco Laudato si’, sulla cura della casa comune, organizzato dalla Delegazione regionale Caritas Sardegna, che ha visto una grande partecipazione non solo delle Caritas diocesane e parrocchiali delle dieci diocesi sarde, ma anche delle consulte diocesane e delle altre realtà del mondo del volontariato regionale ecclesiale e non, tra cui anche il CSV Sardegna Solidale.
A ospitare l’iniziativa, lo scorso 27 febbraio, l’ex Seminario regionale di Cuglieri, in cui sarà realizzato il progetto della Chiesa sarda, Un’isola per il Mediterraneo, come ricordato dal delegato regionale Caritas Sardegna don Marco Lai. Dopo i saluti di don Lai, del vicesindaco di Cuglieri Ivana Pala, del nuovo parroco Mario Piras, si sono alternati diversi interventi che Mons. Giovanni Paolo Zedda – Vescovo di Iglesias e Vescovo delegato dalla Conferenza Episcopale Sarda per il Servizio della carità – ha moderato proponendo importanti spunti di approfondimento sull’ Enciclica destinata non solo alla Chiesa o agli uomini di buona volontà, ma a tutti gli abitanti di quella che il Papa chiama “casa comune”.
La Lectio Divina di Padre Maurizio Teani, preside della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, ha aperto i lavori del Seminario con l’analisi del Vangelo della Creazione, da cui emerge il legame profondo che lega le sorti dell’uomo, formato dalla terra, a quello della natura che lo circonda, che egli è chiamato a governare “nella mitezza della Parola con cui Dio ha creato il mondo”.
Più interne al testo del Laudato Si’ le riflessioni di don Giuseppe Tilocca, docente di Filosofia della natura presso la Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, che ha analizzato alcune parti dell’Enciclica (mettendola in relazione con l’Evangelii Gaudium), ricordando, in apertura dell’intervento, le tre premesse indispensabili per comprendere il testo: la centralità della figura di Francesco d’Assisi, la consapevolezza dello sguardo di tipo scientifico da parte del Papa “che prende posizione, ponendosi dalla parte di coloro che ritengono che l’umanità abbia delle responsabilità sul riscaldamento globale e sulla crisi ecologica”; inoltre, l’invito del Pontefice a mettersi dalla parte dei poveri, per comprendere la situazione attuale. Come sottolineato da don Tilocca, si tratta di un’enciclica veramente sociale in cui la “crisi ecologica” assume una connotazione non solo scientifica ma anche umana: lo scarto ambientale evolve in scarto dei poveri, verso cui urge lo stesso atteggiamento di corresponsabilità che tutte le creature sono chiamate ad adottare per il Creato.
Sulla stessa linea la relazione curata dal Prof. Stefano Pinna, docente di Filosofia e membro Agesci, incentrata sui rapporti tra l’Enciclica e la Dottrina sociale della Chiesa, e ricca di riferimenti e citazioni, specie per quanto concerne la destinazione universale dei beni comuni poiché “il riequilibrio ecologico parte dallo sradicamento della miseria, e il debito ecologico merita la nascita di istituzioni adeguate”.
Il dibattito finale ha aperto ampi spazi di confronto, a partire dal ruolo che gli uomini giocano oggi rispetto all’ambiente: “signori”, “amministratori”, “luogotenenti” o “padroni”, in tutti i casi soggetti per cui il raggio d’azione deve necessariamente spostarsi dalla proprietà alla custodia, con un impegno personale che da piccole azioni concrete diventi cultura diffusa: una vera “conversione ecologica” per cui, più che un intervento divino, basterebbe una quotidiana e sincera assunzione di responsabilità.
A cura di Maria Chiara Cugusi e Viviana Tilocca (coordinamento regionale comunicazione Caritas)
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