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Haiti, continua l’impegno della Caritas di Ales-Terralba con una proposta di gemellaggio con la Chiesa locale

Un gemellaggio tra la Caritas diocesana di Ales-Terralba e la Caritas di Haiti per aiutare le popolazioni a combattere la povertà e ad uscire dalla marginalità. E’ la proposta emersa ieri a San Gavino durante la visita di Padre Joseph Bonhome Philippe, presidente dell’associazione APF (Association of the Peasants of Fondwa/APF Haiti) e fondatore di un network di organizzazioni che lavorano su più fronti per lo sviluppo economico e sociale di Haiti, in viaggio verso Torino, che ha voluto conoscere la realtà della diocesi di Ales-Terralba. Presente anche Alessandro Cadorin, referente di Caritas Italiana ad Haiti.

Un incontro segnato dall’accoglienza ma anche dalla volontà di proseguire il dialogo sulla mondialità e cercare assieme di porre nuovi semi di solidarietà nella terra che possa portare altri frutti.

Lo hanno accolto prima i giovani del Servizio civile della Caritas diocesana impegnati a San Gavino in diverse iniziative su mondialità e cooperazione internazionale e poi il direttivo della Caritas diocesana. Padre Joseph ha parlato a lungo del suo impegno costante finalizzato a far organizzare i poveri facendo lor0 acquisire strumenti e competenze per uscire dallo stato di marginalità, in modo da restituire alla comunità quanto ricevuto. Dopo studi a Chicago e numerosi viaggi per il mondo, Padre Joseph ha messo a frutto saperi, buona volontà esperienza e fede per cercare di cambiare la situazione nella terra più povera d’America con iniziative di carattere spirituale, economico, educativo e lavorativo.

Ora tanti progetti sono stati portati avanti con successo ma la strada è ancora lunga, soprattutto dopo i danni ingenti del terribile terremoto che ha devastato Haiti. Città e paesi distrutti, oltre duecentomila morti, colera, fame, disoccupazione. Servono fondi per ricostruire, ma anche risorse umane: volontari con studi alle spalle e competenze in marketing, contabilità finanza che possano aiutare nel settore finanziario e del microcredito. Questa la situazione di Haiti, colpita al suo cuore ma ancora viva, descritta da Padre Joseph. La Caritas Italiana negli ultimi anni ha avviato numerosi progetti. Ha dato supporto a Caritas Sardegna per la raccolta fondi (cui si aggiunsero le somme raccolte dal CSV Sardegna Solidale) per la ricostruzione della scuola delle Suore Salesiane impegnate nella capitale Port-au-Prince: il terremoto la devastò. La struttura, nata per accogliere 700 bambini, fa parte del complesso più ampio, gestito dalle Suore salesiane Figlie di Maria Ausiliatrice, nel quartiere di Croix de Bouquets, che comprende anche un orfanotrofio per 150 bambine e un asilo. L’impegno della Caritas Sardegna ad Haiti è proseguito con la realizzazione di un forno per permettere la produzione di pane nella scuola, aiutando così la popolazione locale a rendersi più indipendente. Lo scorso gennaio, tre volontari della Caritas di Ales-Terralba sono volati ad Haiti per insegnare a fare il pane e i dolci all’équipe locale, mettendo così le ali ad un sogno. Ora servono nuove idee per continuare il cammino insieme. I giovani del Servizio civile della Caritas diocesana hanno parlato a Padre Joseph del loro impegno nel cercare di portare avanti nuove iniziative a Port-au-Prince. Dopo aver presentato le attività che hanno svolto negli ultimi 12 mesi, illustrato i primi passi di possibili progetti che cercano di prendere forma: piccoli segni e piccoli passi avanti per i poveri che vogliono cambiare il destino della loro terra. Oggi Padre Joseph, accompagnato da Alessandro Cadorin di Caritas Italiana ha incontro Vescovo di Ales-Terralba mons. Roberto Carboni e poi ha visitato alcune opere- segno (Comunità Betania e alle Sorgenti, il Centro di pronta accoglienza “Il Salvatore” e la Comunità San Michele) prima di terminare questa “tre giorni” di visita con un momento di preghiera.

Stefania Pusceddu