A Terralba e a San Nicolò d’Arcidano la generosità non si ferma. Come promesso, nessuno sarà lasciato solo in questi tempi così difficili, ancora di più per chi vive solo e ha bisogno d’aiuto. Nel pieno rispetto delle misure previste dal Governo, grazie al grande lavoro dei volontari le attività di sostegno vanno avanti affinché nessuno venga lasciato indietro. Grazie al coordinamento con il Centro d’ascolto Buon Samaritano di Terralba, ieri e oggi una robusta macchina della solidarietà ha consegnato alimenti alle famiglie bisognose e ha fatto visita al campo rom.
Mentre i volontari in sede hanno preparato con cura i pacchi, le parrocchie di Terralba si sono occupate della consegna. In particolar modo don Mattia Porcu, amministratore parrocchiale di San Pietro e don Massimiliano Giorri hanno girato di casa in casa incontrando le famiglie per consegnare i beni di prima necessità con l’ausilio della Croce Verde – Volontari per il soccorso nel Terralbese che ha messo a disposizione il furgone garantendo il trasporto dei viveri.
Da ammirare anche la sensibilità dei commercianti, come nel caso dell’azienda di “4 Morsi” di Federico Mulas che ha donato una fornitura importante di panini confezionati che non hanno potuto mettere in vendita nei bar in seguito alla chiusura imposta dal decreto del Governo. Il giro della solidarietà ha riguardato anche il campo rom di San Nicolò D’Arcidano dove i volontari sono stati accolti con il sorriso dalle famiglie e dal bellissimo messaggio che hanno appeso sul cancello con scritto “Forza Italia, Forza Sardegna, Andrà tutto bene”. A nome del gruppo parla Sabrina, mediatrice culturale: «Ringraziamo tutti voi per quanto avete fatto, nella speranza che al più presto si possa riconquistare la normalità perduta».
Pieno il sostegno alle iniziative che in questi giorni si stanno portando avanti nelle varie Caritas interparrocchiali. Il direttore della Caritas diocesana di Ales -Terralba don Marco Statzu, che ha anche attivato un numero di telefono (370 1539922) per raccogliere tutte le richieste che arrivano dalla diocesi e che saranno dirottate ai Centri di ascolto più vicini, sottolinea: «La nostra Chiesa diocesana, fortemente radicata nel territorio, cerca di contrastare questa prima emergenza con i generi di prima necessità; poi sarà necessario aiutare le persone che inevitabilmente usciranno ferite dalla pandemia di questi mesi a ricostruire la loro vita».
Stefania Pusceddu