Fra le numerose esperienze di partnership che la Caritas diocesana sta concretizzando nel corso dell’emergenza Covid-19, particolarmente efficace è quella con il Comune di Ozieri, anche in relazione al fatto che è una delle più collaudate nel tempo.
«È una collaborazione antica quella tra il Comune di Ozieri e la Caritas diocesana – afferma il sindaco Marco Murgia – che ha sempre portato ad avere ottime relazioni: l’emergenza dell’attuale momento ha rafforzato questo sodalizio, anche perché è necessario che tutti i soggetti che lavorano nel Terzo settore, specie quelli più radicati, più presenti e storicamente più forti, fungano da antenne nel territorio per captare i veri bisogni, anche quelli che a volte rimangono nascosti per il pudore della gente, soprattutto per chi, per la prima volta, si trova in difficoltà».
Non soltanto la proverbiale unione delle forze: tra i vantaggi di questa azione integrata si può ben registrare la sua natura epidemica – in un’accezione finalmente conveniente – che coinvolge soggetti terzi in nuove forme di solidarietà. Come nel caso di un gruppo di pastori ozieresi, che pur volendo conservare l’anonimato si sono resi protagonisti di una ordinaria storia di generosità, diventata virale nel giro di poche ore con un picco di condivisioni sui social, oramai uniche piazze d’incontro e di confronto consentite poiché esenti dalla minaccia degli assembramenti: dopo un primo contatto con il sindaco, la loro consistente donazione di agnelli e capretti a sostegno delle famiglie più fragili del territorio (nella foto) ha trovato una immediata elargizione attraverso il servizio degli operatori cittadini, che dalla storica sede di via Azuni hanno provveduto a recapitare a domicilio i tagli di carne precedentemente porzionati e confezionati, cui successivamente sono stati aggiunti formaggi, ricotta, perette, uova e affettati con cui tanti poveri hanno potuto vivere la Pasqua condividendo il simbolo della tradizione e della fede cristiana. Un sostegno importante che si è sommato al contributo di alcuni supermercati aderenti alla cosiddetta “spesa in sospeso”, alla cui distribuzione, oltre ai volontari, hanno partecipato anche alcuni parroci cittadini.
«Fare esperienza di questa solidarietà diffusa ci riempie di speranza – commentano dall’équipe diocesana – perché anche in momenti difficili le persone non mancano di donare, come nel caso del comparto ovicaprino così duramente colpito negli ultimi tempi: agli allevatori, come a tutti i gruppi, le associazioni e i privati che stanno facendo la loro parte nell’emergenza, va il nostro profondo ringraziamento».
Ad esser catturate dalla rete della solidarietà anche le istanze degli studenti “impelagati” nel “mare” della didattica a distanza, per molti dei quali il telefono rappresenta l’unico strumento utile alla navigazione in rete ma che non sempre permette di seguire agevolmente le lezioni e lo svolgimento dei compiti. Anche in questo caso, il binomio con l’Amministrazione comunale ha dato vita ad una raccolta di dispositivi elettrici quali personal computer, tablet o anche smartphone in buono stato, che una volta consegnati presso la sede Caritas (dal lunedì al sabato, dalle 9:00 alle 13:00) saranno “resettati” e assegnati ai ragazzi che ne sono sprovvisti, garantendo loro un’adeguata partecipazione alle attività formative – e, naturalmente, integrative e sociali – delle rispettive classi: un’indiscussa applicazione di quella testimonianza della carità “in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace” che l’articolo 1 dello Statuto continua a prescrivere oggi, nel corso di una pandemia tanto imprevista quanto violenta, con una forza che in 50 anni non ha perso il suo dinamismo né la sua versatilità.
Viviana Tilocca