Mercoledì 27 giugno 2018 alle ore 14.20 arriveranno da Addis Abeba nell’aeroporto di Cagliari-Elmas due giovani eritrei, che erano rifugiati in Etiopia, nell’ambito del Progetto Protetto. Rifugiato a casa mia-Corridoi umanitari, a cui la Diocesi di Cagliari- unica in Sardegna – aderisce attraverso la Caritas diocesana.
Saranno presenti in aeroporto l’arcivescovo di Cagliari mons. Arrigo Miglio, il direttore della Caritas diocesana don Marco Lai, la comunità dei Missionari saveriani di Cagliari che accoglierà i due giovani, e l’équipe che seguirà il percorso di accoglienza dei due ragazzi, che sarà garantito per un anno. «Il motivo per cui aderiamo al progetto – spiega don Lai – è perché, oltre a essere dalla parte del diritto alla mobilità umana universale, con questa azione la Chiesa in Italia contrasta il traffico di esseri umani e le morti in mare, permettendo l’ingresso sicuro di persone costrette a scappare dai loro Paesi, che hanno il diritto di essere accolte e aiutate».
I due giovani, prima di completare il loro viaggio a Cagliari, atterreranno a Roma, all’aeroporto di Fiumicino, insieme ad altre 137 persone, che erano rifugiate in Etiopia e che saranno poi accolte in 22 diocesi dislocate in tutto il territorio nazionale, al Nord, al Centro, al Sud, isole comprese (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna). Nelle diocesi coinvolte sono state già attivate le strutture sanitarie per le persone bisognose di cure e, più in generale, è stato predisposto un percorso di integrazione, che prevede l’apprendimento della lingua italiana, la scolarizzazione dei minori e un rapporto costante con famiglie e realtà presenti sul territorio.
Il loro ingresso in Italia rientra nell’accordo siglato nel gennaio 2017 dalla Conferenza Episcopale Italiana (che agisce attraverso Caritas Italiana e la Fondazione Migrantes), dalla Comunità di Sant’Egidio e dal Governo Italiano, che ha consentito l’apertura di un corridoio umanitario tra l’Etiopia e l’Italia, finalizzato a garantire l’ingresso legale e sicuro a profughi eritrei, somali e sud-sudanesi, fuggiti dai loro Paesi a causa dei conflitti in corso e bloccati nei campi profughi etiopici, in condizioni di grande precarietà.
Con questi nuovi arrivi in Italia, si raggiunge così la quota di 330 persone (sulle 500 totali previste entro la fine dell’anno), giunte dall’avvio del Programma che ha consentito l’arrivo legale e sicuro nel nostro Paese di molti bambini e adulti bisognosi di assistenza sanitaria per malattie aggravate da precarie condizioni di vita nei campi profughi e in alloggi di fortuna.
Si tratta di un progetto totalmente autofinanziato grazie all’8xmille della CEI, a fondi raccolti dalla Comunità di Sant’Egidio e alla generosità non solo di associazioni e parrocchie, ma anche di cittadini che hanno offerto le loro case e il loro impegno gratuito e volontario.