Conclusa la visita della delegazione delle Caritas di Atene e Salonicco alla Diocesi di Iglesias, promossa nell’ambito del Progetto Gemellaggi Solidali con la Grecia. Un programma intenso che dall’1 al 7 ottobre scorso ha visto la delegazione greca, composta da Fr. Ioannis Patsis, direttore della Caritas diocesana di Atene e vicepresidente di Caritas Hellas, da Padre Yannus-Janusz Franciszek Zwolinski, direttore della Caritas di Salonicco, e da alcuni collaboratori, impegnata la mattina in momenti di formazione sull’ascolto e il pomeriggio nella visita ai principali servizi, opere-segno e progetti della Caritas diocesana ospitante.
«Il bilancio è ampiamente positivo – spiega Raffaele Callia, direttore della Caritas diocesana di Iglesias -: è stata un’esperienza che ci ha visto coinvolti tutti, in un’accoglienza a tutto tondo, dagli aspetti organizzativi e logistici all’aspetto umano, nel desiderio di far sentire gli ospiti come a casa propria. Abbiamo riscontrato un apprezzamento da parte loro per i numerosi volontari coinvolti, della cui presenza hanno colto la funzione pedagogica: non solo risposte concrete al bisogno, ma un impegno per promuovere la cultura della carità. Anche per le nostre parrocchie è stata un’occasione di crescita molto positiva, un’opportunità per parlare della situazione greca e per riflettere sul ruolo di operatori pastorali».
«Ritorneremo in Grecia con un bagaglio importante – sottolinea a sua volta Fr. Ioannis Patsis -abbiamo incontrato dei fratelli che ci hanno voluto bene, siamo stati a contatto con la gente. La formazione ricevuta ci ha aiutato a creare idee: adesso occorre metterle in pratica, applicare ciò che abbiamo visto qui nel nostro paese, secondo la mentalità ellenica».
Una Caritas, quella greca, attivamente impegnata nell’assistenza ai bisognosi, nonostante le difficoltà vissute da una Chiesa piccola, multietnica, considerata “straniera” dallo Stato greco e dalla Chiesa ortodossa. «Siamo ‘profughi’ nella nostra patria (su una popolazione di circa 11 milioni di abitanti circa 300.000 i cattolici, di cui circa 30.000 greci); operiamo grazie ai programmi esteri», spiega il direttore della Caritas di Atene. Un impegno in diversi settori: non solo immigrazione (soprattutto con l’assistenza verso i profughi siriani grazie al “programma profughi”), ma anche anziani, senza dimora, giovani, disoccupati e tutti coloro che hanno bisogno di aiuto. Fulcro dell’attività della Caritas Atene è un centro di accoglienza polifunzionale, che comprende mensa, servizio distribuzione indumenti, docce, e un Centro d’ascolto finanziato da Caritas Italiana: un Centro che, come spiega il direttore greco, rischia di chiudere perché di proprietà di un altro ente che non può sostenerne i costi. Difficoltà di fronte a cui è importante rafforzare i rapporti tra Chiese sorelle. «Manterremo il contatto con la Caritas di Iglesias – spiega Fr. Patsis – continueremo a fare domande sulle modalità di lavoro: qui in Italia avete la bellezza di essere cattolici e le persone vengono dentro la Chiesa; la nostra Chiesa, oggi, è fatta soprattutto da stranieri di passaggio, la cui aspirazione è ritornare nel proprio paese di origine».
La prospettiva è quella di estendere il progetto di gemellaggio a livello regionale: «Rifletteremo sulle modalità con cui portare avanti questo percorso – spiega Callia – alla luce dei bisogni delle realtà greche e dell’effettiva applicabilità delle progettualità in quei territori». Due gli aspetti centrali per la Caritas di Atene: rafforzare la rete delle parrocchie (14 in tutto, ognuna delle quali ha una propria Caritas parrocchiale), grazie allo strumento Ospoweb, e puntare sulla formazione, sull’identità e la natura pastorale della figura dell’operatore Caritas. Callia conclude affermando che per quanto riguarda la Caritas di Salonicco, ancora più bisognosa di sostegno, si cercherà di valutare che tipo di interventi portare avanti.
(a cura di Maria Chiara Cugusi)