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Centri di ascolto

I Centri di ascolto fanno dell’ascolto il loro modo proprio di servizio: servono ascoltando. Il loro “fare” prevalente è l’ascolto, cuore della relazione di aiuto, dove chi ascolta e chi è ascoltato vengono coinvolti, con ruoli diversi, in un progetto che, ricercando le soluzioni più adeguate, punta a un processo di liberazione della persona dal bisogno.

Dall’ascolto e dall’accoglienza incondizionata della persona nella sua integrità conseguono le altre funzioni specifiche:

  • presa in carico delle storie di sofferenza e definizione di un progetto di “liberazione” nel quale la persona in difficoltà possa essere protagonista;
  • orientamento delle persone verso una rilettura delle reali esigenze e una ricerca delle soluzioni più indicate e dei servizi più adeguati presenti sul territorio;
  • accompagnamento di chi, nella difficoltà, sperimenta la mancanza di punti di riferimento e di interlocutori in grado di restituire la speranza di un cambiamento. Accompagnare significa mettere in contatto la persona con i servizi presenti sul territorio; attivare tutte le risorse possibili, a cominciare da quelle della persona accolta; puntare sulla costruzione di una rete di solidarietà in cui gioca un ruolo fondamentale la comunità di appartenenza;
  • prima risposta per i bisogni più urgenti, sempre attraverso il coinvolgimento delle comunità parrocchiali e del territorio.

Anche in Sardegna, la “Rete dei Centri di ascolto” è caratterizzata da Centri a carattere diocesano, integrata dai Centri localizzati in dimensioni territoriali più ristrette (parrocchie, vicarie, foranie, zone pastorali, ecc). La presenza di un Centro di ascolto diocesano non è sostitutiva dei Centri di ascolto più piccoli. Inoltre, un Centro di ascolto diocesano non assume alcun ruolo di delega da parte delle parrocchie. Piuttosto, svolge, al fianco del servizio ai poveri, un servizio di animazione della comunità cristiana, espressa soprattutto in termini di:

* sussidiarietà: rivolge il suo servizio a persone che vivono in condizione di povertà e che non hanno (ancora) trovato accoglienza e ascolto nella comunità parrocchiale;

* stimolo: svolge il suo servizio di ascolto in continuo dialogo con i Centri di Ascolto parrocchiali, vicariali o zonali e delle parrocchie.

Il servizio del Centro di ascolto è profondamente legato a quello degli altri due strumenti pastorali: l’Osservatorio delle povertà e delle risorse e il Laboratorio di promozione e accompagnamento delle Caritas parrocchiali. Tale rapporto può strutturarsi meglio attraverso forme diverse di collaborazione:

  • lettura condivisa delle povertà, attraverso modalità di lavoro comuni a livello nazionale o diocesane (es.: raccogliere i dati sugli utenti attraverso un apposito programma informatico);
  • valorizzazione degli incontri quotidiani, per la composizione di un quadro complessivo dei problemi sociali del territorio;
  • monitoraggio della “maturità” delle parrocchie nella loro capacità di farsi carico delle situazioni di povertà del loro territorio;
  • ruolo attivo nella promozione delle Caritas parrocchiali, nell’avvio di Centri di Ascolto o altri punti di ascolto da parte delle medesime;
  • segnalazione di emergenze sociali, su cui sensibilizzare e attivare le comunità parrocchiali;
  • coordinamento dei vari punti di ascolto parrocchiali/zonali/vicariali;
  • promozione e cura della formazione dei volontari parrocchiali.

(tratto da “Osservare per animare. Guida per l’osservazione e l’animazione della comunità cristiana e del territorio”)

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