Carestie nel Corno d’Africa e nel Sahel: l’impegno della Caritas Italiana
La crisi alimentare sta costringendo alla fame circa un milione di bambini che vivono nell’area del Sahel e una popolazione complessiva di quasi 10 milioni di persone. La hunger season (stagione della fame) si preannuncia particolarmente difficile per numerosi Paesi di quell’area; in particolare: Mali (in cui si è anche verificato un colpo di Stato militare), Niger e Burkina Faso, ma anche Senegal e Ciad.
Lo stesso Benedetto XVI ha esortato «la comunità internazionale ad affrontare seriamente l’estrema povertà di queste popolazioni le cui condizioni di vita si stanno deteriorando». Una situazione sempre più grave, precisa la Caritas Italiana, «che richiede risposte immediate, ma al contempo si intreccia e spinge alla riflessione su questioni planetarie: dagli effetti della crisi e delle speculazioni finanziarie ai mutamenti climatici».
Caritas Italiana partecipa attivamente al piano di emergenza, anche grazie alla presenza di un’operatrice nella zona. Ha inoltre messo a disposizione 100.000 euro a sostegno delle attività della rete Caritas nella zona e rinnova l’invito alle istituzioni governative e internazionali ad un’azione immediata per evitare un’altra catastrofe umanitaria come quella che ha già colpito il Corno d’Africa nel recente passato.
Per sostenere gli interventi in corso si possono inviare offerte alla Caritas Italiana tramite il c/c postale n. 347013 specificando nella causale: “Carestia Sahel”. Le offerte possono essere elargite anche tramite altri canali (tel. +39 06 66177001)
«Esorto la comunità internazionale ad affrontare seriamente l’estrema povertà di queste popolazioni le cui condizioni di vita si stanno deteriorando». Con queste parole Papa Benedetto XVI ha da tempo portato l’attenzione sulla grave situazione in cui versa una vasta area del Sahel colpita da una grave crisi alimentare.
In Mali in aggiunta alla siccità sono sempre più allarmanti le notizie sulla crisi politica in atto nel paese. Un colpo di stato militare – seguito al conflitto al nord del paese con gruppi ribelli separatisti – ha deposto il presidente, la Costituzione è stata sospesa, l’aeroporto di Bamako chiuso. Numerose le vittime e decine di migliaia i profughi e gli sfollati che rendono sempre più numerosa la massa di persone in fuga per la sopravvivenza.
Una situazione dunque sempre più grave che richiede risposte immediate, ma al contempo si intreccia e spinge alla riflessione su questioni planetarie: dagli effetti della crisi e delle speculazioni finanziarie ai mutamenti climatici.
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