- Richieste quotidiane di ascolto e di beni primari. I detenuti sono spesso privi di tutto, in particolare gli stranieri senza alcun legame esterno. Con un’attenta azione di mediazione linguistica, psicologica e sociale, i volontari cercano di venire incontro alle varie esigenze dei detenuti;
- Accoglienza e ospitalità. I provvedimenti intrapresi dai magistrati di sorveglianza, fra cui la possibilità di usufruire di qualche permesso o di beneficiare delle misure alternative alla detenzione, diventerebbero impossibili per molti detenuti se non ci fossero delle strutture di accoglienza e ospitalità promosse dalle comunità ecclesiali;
- Riabilitazione e reinserimento sociale. Chi ha fatto l’esperienza del carcere, sebbene abbia pagato il proprio debito con la giustizia, non trova facilmente occasione di inserirsi nuovamente nel tessuto sociale. L’impegno delle Caritas su questo versante, pertanto, è quello di favorire dei percorsi di riabilitazione sociale e di reinserimento sociale, ad esempio attraverso il lavoro, anche attraverso la collaborazione di cooperative sociali impegnate su tale versante;
- Animazione della comunità cristiana. Dovrebbe essere questo l’aspetto prevalente, anche rispetto al carcere, delle Caritas diocesane. La funzione pedagogica, infatti, deve diventare l’impegno principale delle Caritas nel territorio, nel favorire un cambiamento di cultura rispetto alle problematiche carcerarie;
- Mediazione penale e percorsi di riconciliazione. Un ambito assai delicato, ma di fondamentale importanza, è quello riguardante la ricerca di possibili percorsi di riconciliazione fra il carcerato e la vittima, nel pieno rispetto della legge.
Nel 2015 la Delegazione regionale delle Caritas della Sardegna, attraverso il Servizio Studi e Ricerche, ha pubblicato un’indagine sulla condizione dei detenuti stranieri nelle strutture penitenziarie della Sardegna, dal titolo “Caritas: dentro e fuori dal carcere”.
La Delegazione regionale delle Caritas della Sardegna fa parte della Conferenza Regionale Volontariato Giustizia (così come, a livello nazionale, la Caritas Italiana è fra i promotori della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia), quale strumento di coordinamento cui fanno parte le associazioni e gli organismi impegnati: nel settore dell’assistenza sociale e del sostegno morale nei confronti dei detenuti e delle loro famiglie; nella difesa dei diritti civili e di cittadinanza dei detenuti; nella facilitazione dell’esecuzione penale esterna; nella promozione di una cultura della legalità, della riabilitazione personale, della riconciliazione sociale e che tenga conto dei diritti e delle tutele dovuti alle vittime dei reati e dei loro familiari.
don Marco Statzu