Andare verso le periferie, formare comunità inclusive, creative e corresponsabili. Sono alcuni dei temi emersi durante l’incontro tra la Delegazione regionale Caritas Sardegna e Caritas Italiana, lo scorso 9 gennaio a Tramatza.
«Un momento di reciproco ascolto – ha detto il direttore di Caritas Italiana don Marco Pagniello -, importante per far emergere alcuni spunti su cui ragionare in vista del Convegno nazionale di aprile». Presente anche il delegato regionale Caritas e direttore della Caritas Ales-Terralba don Marco Statzu insieme agli altri direttori delle Caritas sarde e ai loro collaboratori.
«La Caritas regionale promuove la formazione e l’animazione delle comunità cristiane attraverso una vasta gamma di proposte e nell’ottica della sussidiarietà alle Chiese diocesane. Il cammino è sempre in evoluzione e ci permette un buon coordinamento e soprattutto un’azione sinergica di advocacy svolta anche attraverso lo studio e la pubblicazione dei rapporti annuali e la comunicazione» ha sottolineato don Marco Statzu.
«La vera sfida che siamo chiamati ad affrontare insieme è andare verso le periferie – ha detto don Pagniello nel suo intervento – : non solo quelle fisiche ma anche quelle esistenziali, indicateci da Papa Francesco come luogo in cui ritornare». Il direttore ha richiamato la grande intuizione di Caritas Italiana, fin dalle sue origini, «di partire dai poveri per far sì che l’intera comunità cristiana sia soggetto attivo di carità». Ed è questo il contributo che la stessa Caritas può dare nell’ambito del Sinodo: «Siamo quella parte di Chiesa che più facilmente incontra coloro che vivono ai margini, e anche all’interno del Sinodo siamo chiamati a portare questa parte di comunità all’attenzione di tutta la Chiesa».
Già mons. Nervo – come richiamato dal direttore di Caritas Italiana – sottolineava l’importanza di togliere i confini per andare verso le periferie: «Proprio il tema del confine – ha spiegato don Pagniello – sarà al centro del prossimo Convegno nazionale Caritas: se vogliamo andare incontro all’altro, dobbiamo abbattere i muri, capire i confini che abbiamo ed essere in grado di andare oltre». Proprio le tre vie indicateci da Papa Francesco in occasione del 50mo anniversario di Caritas Italiana «devono servire per costruire una comunità inclusiva. La vera sfida è formare comunità che sappiano includere i poveri».
Ancora, i temi della corresponsabilità e della creatività, con comunità capaci di far sì che ognuno possa fare la propria parte e di entrare in dialogo con mondi e punti di vista apparentemente lontani dal proprio, attraverso l’attivazione di reti comunitarie. Inoltre la generatività, «con opere segno che siano in grado di generare volontariato, proposte formative, nuova consapevolezza»: per fare ciò «bisogna sapersi mettere in discussione, rinnovarsi. Dovremmo proporre sempre di più una Chiesa che si fa prossima, capace di camminare insieme alle persone. Sempre di più come operatori Caritas siamo chiamati ad essere segno di comunità con il nostro stile di vita: solo così si possono iniziare processi nuovi».
Ecco allora che il vero obiettivo per tutti «deve essere l’animazione delle comunità cristiane, altrimenti continueremo a servire i poveri ma le nostre comunità non saranno in grado di includerli». Ancora, la necessità di trovare nuovi modi creativi «affinché l’interazione con le persone sia occasione per creare relazione», e l’importanza di «rendere i giovani protagonisti, dando loro spazio».
A seguire, l’intervento di Massimo Pallottino (Caritas Italiana) che ha sottolineato l’importanza delle periferie, i luoghi dove i cambiamenti si innescano prima che altrove, e il ruolo delle varie connessioni, tra cui quelle tra locale e globale e tra aspetti sociali e ambientali; a seguire, il confronto tra i partecipanti.
In chiusura Raffaele Callia, responsabile regionale del Servizio Studi e Ricerche e direttore della Caritas si Iglesias, ha presentato sinteticamente il kit formativo per nuovi volontari e l’ultimo Rapporto regionale su povertà ed esclusione sociale. A seguire, la referente regionale per la comunicazione, Maria Chiara Cugusi ha fatto cenno all’ultimo Rapporto annuale della Delegazione, introducendo la proiezione di un video connesso alla medesima pubblicazione. L’incontro è stata anche l’occasione per ringraziare mons. Giovanni Paolo Zedda per il suo prezioso servizio svolto per ben sedici anni come vescovo delegato per la carità dalla Conferenza Episcopale Sarda.