L’invecchiamento come risorsa e la “Silver economy” è il tema al centro del seminario organizzato a Oristano dall’Ordine dei giornalisti della Sardegna, dall’Agenzia giornalistica Redattore sociale e dalla Caritas Sardegna, insieme all’Ucsi Sardegna. Il racconto calato nelle realtà locali è una grande sfida per i giornalisti cattolici come ha ribadito Andrea Pala, presidente UCSI Sardegna. «Siamo impegnati nelle più disparate situazioni a raccontare storie facendoci ispirare da San Francesco di Sales, che ricordiamo nel suo quattrocentesimo anniversario dalla morte, con i suoi insegnamenti sempre attuali, e da Papa Francesco che, nel messaggio per la Giornata delle comunicazioni sociali, che ci invita a Parlare con il cuore». L’appuntamento di Oristano, aperto ai giornalisti ma anche ai vari operatori del mondo della comunicazione, è stato coordinato dal presidente dell’ordine dei giornalisti Francesco Birocchi che ha posto numerosi interrogativi sugli anziani di oggi, guidando i presenti anche verso ambiti che spesso ci sfuggono. Un momento di confronto sulla situazione delle persone anziane, sulle loro potenzialità e difficoltà, che si è svolto in una delle province con il tasso di anzianità più elevato come ricordato dal sindaco Massimiliano Sanna.
Al centro, l’anziano come risorsa da valorizzare come richiamato anche dall’arcivescovo mons. Roberto Carboni che ha ricordato il tema della Giornata Mondiale dei nonni e degli anziani del 2022 “Nella vecchiaia daranno ancora frutti” (Salmo 92,15) per sottolineare il valore delle persone anziane, sfuggendo da una logica utilitaristica che potrebbe considerarle uno scarto, non tenendo conto di quanto invece possano offrire. L’attenzione agli anziani è un impegno portato avanti attraverso una serie di iniziative miranti a integrare i servizi sanitari con il contesto territoriale e familiare, grazie al dialogo con sindaci e servizi sociali come sottolineato da Angelo Maria Serusi, direttore generale ASL Oristano che ha parlato di nuovi progetti che valorizzano le attività socio-assistenziali in un dialogo costante con il territorio. Occorre favorire le cure in prossimità con la famiglia, in questo senso si inseriscono le nuove scelte dell’ospedale di comunità e la sperimentazione dell’infermiere di comunità: nuovi servizi per domande nuove in una società in cui la rete familiare si è indebolita.
Un tema ancora più sentito nell’Isola, dove secondo le proiezioni Istat gli over 75 raddoppieranno in 15 anni (nel resto d’Italia invece in 25 – 30 anni). Cresce l’aspettativa di vita e a fronte di un caldo di nascite faremo i conti con una popolazione più matura, portatrice di interessi diversi con nuovi bisogni. Luci e ombre della condizione degli over 65 nell’intervento di Stefano Caredda, direttore di Redattore sociale che ha tratteggiato l’identikit della popolazione over 65: il 30% degli anziani non può contare su una rete familiare (tendenza in aumento fino al 50%); molti anziani necessitano di cure, un terzo ha difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane in senso lato; più positiva la loro condizione economica, non compromessa dalla pandemia. Nel complesso, gli anziani cercano un invecchiamento attivo e in buona salute, anche grazie alla socialità.
I capelli d’argento e l’età anagrafica non corrispondono a tanti stereotipi che spesso vengono proposti nei messaggi pubblicitari: quando la salute lo permette, gli over 65 hanno una vita ricca di interessi, hobby, esperienze di socializzazione, volontariato e lavoro. C’è una diversa attenzione per la prevenzione e cura delle malattie. L’anziano oggi propone una serie di domande di servizi che richiedono risposte. È inoltre necessaria una nuova narrazione che valorizzi le loro competenze, ne tuteli le fragilità e affronti il confronto tra generazioni in modo costruttivo. Ecco allora l’importanza di investire sull’anziano – come sottolineato da Paolo Putzu, geriatra e gerontologo – e di accompagnarlo a un invecchiamento attivo che prevede una progettualità per le persone: obiettivi, sogni che aiutino ad affrontare a vivere bene la terza età che diventa “vecchiaia di successo” per aiutare la stessa comunità a progredire.
Ancora, l’aspetto culturale affrontato da Adriana Boy, responsabile della “Università delle Tre età” (UniTRE) che conta circa 440 soci e 490 iscritti ai corsi (dall’informatica al teatro) e tante esperienze diverse coltivate con iniziative varie e stimolanti; quello psicologico affrontato da Domenico Putzolu. Il ruolo dell’anziano nell’ottica di uno sviluppo sostenibile della Sardegna al centro dell’intervento di Sandro Murtas promotore di “Riabitare la Sardegna”; ancora, la relazione di Carlo Crespellani Porcella, coordinatore dell’Osservatorio senile. Infine, l’intervento della direttrice della Caritas di Oristano Giovanna Lai che ha introdotto tre testimonianze che hanno arricchito di spunti di riflessione proponendo il tema da prospettive diverse, con la consapevolezza che anche questa fase di età avanzata non è un limite ma una grande opportunità da imparare a mettere a frutto. La prima quella di Antonio Marchi, importante personaggio del panorama artistico non solo di Oristano ma di tutta la Sardegna, pittore, ceramista, commediografo, burattinaio: una voce che ha raccontato come la figura dell’anziano diventi una risorsa per la comunità impiegando tempo e talento in modo unico, originale e creativo; ancora, quella di Maria Grazia Carta, medico volontario del servizio Farmacia Caritas, un servizio importante (con distribuzione di farmaci da banco) gestita da farmacisti volontari, che con molte energie e competenza incontra le persone che si rivolgono alla Caritas e all’Emporio della Solidarietà: persone in difficoltà che non riescono ad acquistare i farmaci o a pagare ticket o visite sempre più onerosi, e molto spesso rinunciano alle cure, ma in Caritas vengono accolte, ascoltate e aiutate. Infine, la voce di Ilenia Pistis, educatrice dell’Ente morale Oasi francescana, impegnata a organizzare varie attività rivolte alle persone che non possono essere accudite dai loro cari.