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Ozieri, Prosegue con grande consenso il ciclo d’incontri sulla “Laudato Si’”

Prosegue con grande consenso il ciclo di incontri di approfondimento sull’Enciclica “Laudato Si’” proposto dalla Caritas Diocesana di Ozieri presso la sede cittadina di via Azuni, che lo scorso 28 febbraio ha bissato la grande partecipazione dell’esordio confermando – pur in una piccola porzione di Casa Comune – gli auspici che papa Francesco prospettava indirizzandola a tutti gli uomini di buona volontà che la abitano: merito anche di un’illustre schiera di relatori in programma, che per il secondo appuntamento ha proposto il commento di Raffaele Callia – Delegato Regionale di Caritas Sardegna – al capitolo su “Il Vangelo della Creazione”, volto a mostrare come «la scienza e la religione, che forniscono approcci diversi alla realtà, possono entrare in un dialogo intenso e produttivo per entrambe».

«La fede e la ragione – ha esordito Callia, citando Giovanni Paolo II – sono come le due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità» nell’esporre la funzionalità reciproca di una scienza che non è mai infallibile, e di una fede che ridimensioni quell’ antropocentrismo deviato e la sua illimitata fiducia nel progresso che ci consegna, oggi, una fotografia così impietosa di un pianeta inquinato e iniquo, legittimato alla cultura dello scarto.

Per questo, essere cristiani non può prescindere dal «riconoscersi creature chiamate a vivere in costante armonia con il Creatore, con il prossimo, con il Creato» ha proseguito il Delegato, riaffermando il forte messaggio sociale (non solo ecologico) dell’Enciclica che definisce quale “regola d’oro” – in perfetta linea con la Dottrina Sociale della Chiesa – la subordinazione della proprietà privata alla destinazione universale dei beni, in un mondo che è «eredità comune, i cui frutti devono andare a beneficio di tutti» senza privilegiare né escludere nessuno. Un patrimonio universale che presuppone d’altra parte una universale responsabilità, tanto nelle cause quanto nella risoluzione del problema, laddove l’esistenza di leggi e norme non è sufficiente a lungo termine per limitare i cattivi comportamenti. «Affinchè la norma giuridica produca effetti rilevanti – si legge al 211 – è necessario che la maggior parte dei membri della società l’abbia accettata a partire da motivazioni adeguate, e reagisca secondo una trasformazione personale», cioè secondo quella che Papa Francesco definisce una vera “conversione ecologica”: che abbia per i cristiani la stessa forza di quella spirituale, nel richiamarli ai loro doveri nei confronti dell’ambiente, come parte integrante della fede; che costituisca per i non credenti una concreta educazione alla responsabilità ambientale, con un’incidenza diretta e importante nella cura del pianeta, quale segno di una «creatività generosa e dignitosa che mostra il meglio dell’essere umano».

Un duplice appello che ancora una volta non lascia spazio a deleghe o dilazioni, neppure per chi nella sfrontatezza dei Grandi della Terra trova una giustificazione alla noncuranza di un problema che ha origine dalle piccole azioni di tutti, piuttosto che dalle manovre deleterie di pochi.

Viviana Tilocca