A conclusione di Migramed 2017, Oliviero Forti, responsabile immigrazione di Caritas italiana e Caritas Europa, spiega le prospettive del futuro impegno in prima linea nell’area del Mediterraneo.
«Con Migramed in Giordania – spiega Forti – si conferma l’importanza per la rete Caritas di ritrovarsi su temi strategici come l’immigrazione, per fare un bilancio su quanto sta accadendo nella vasta area del Mediterraneo e, in particolare, in Medio Oriente e in Nord Africa, che, negli ultimi anni, sono stati protagonisti indiscussi dei flussi migratori verso l’Europa”. Durante Migramed, continua, è stato possibile constatare come «in tutti i paesi in cui le Caritas sono presenti, le attività di sostegno e tutela dei migranti siano fortemente sviluppate e, in particolare, la Caritas Giordania ha mostrato una capacità di intervento unica in tutta la regione».
Sullo sfondo, permangono le preoccupazioni relative ai difficili contesti di partenza, di transito e di arrivo dei migranti. In più occasioni, durante Migramed è emersa la questione legata alla chiusura delle frontiere europee e agli accordi che molti governi della sponda nord del Mediterraneo stanno firmando con i paesi di transito e, in particolare, con la Libia.
Non è forse casualità, continua Forti, «il fatto che durante lo svolgimento di Migramed, l’alto commissario per i diritti umani, il principe giordano Hussain, abbia condannato fermamente le terribili condizioni in cui si trovano i migranti oggi bloccati in Libia».
Migramed 2017 si è confermato un luogo di incontro e di scambio di buone prassi, che sono state condivise nel corso dei lavori attraverso la presentazione dei progetti destinati ai migranti. Dall’incontro è emersa la conferma unanime, da parte dei partecipanti, della necessità di proseguire il percorso di scambio e consapevolezza portato avanti finora, utile non solo per migliorare il lavoro che viene svolto sui territori ma per avviare riflessioni comuni fondamentali per l’azione di advocacy svolta dalle Caritas di tutto il mondo.
Inoltre, durante Migramed, Caritas Italiana e UNHCR hanno collaborato per permettere ad altre due famiglie siriane in condizione di vulnerabilità sanitaria di raggiungere l’Italia in sicurezza, nell’ambito del programma di reinsediamento portato avanti dal Governo Italiano: perciò, le Caritas diocesane di Altamura e Benevento hanno incontrato, insieme a Caritas Italiana, le due famiglie che nelle prossime settimane raggiungeranno il nostro paese.
Si tratta di un programma che ha preso avvio agli inizi del 2017 e che «auspicabilmente continuerà anche nei prossimi mesi – spiega Forti – per permettere a nuclei familiari, fuggiti dalla Siria in Giordania e attualmente accolti nel campo profughi di Zaatari di ricevere cure adeguate, visto che alcuni membri sono affetti da gravi patologie».
Durante Migramed, si è svolta anche la visita ad alcuni centri gestiti dalla Caritas Giordania, in cui profughi siriani e iracheni hanno la possibilità di essere avviati al lavoro attraverso corsi di formazione che permetteranno loro di raggiungere l’autonomia, in attesa di rientrare nei propri paesi, o laddove ciò non sarà possibile, di essere reinsediati in paesi terzi.