Due Chiese sempre più vicine, quelle di Cagliari e Tunisi, grazie a un’amicizia rafforzata dalla visita dell’arcivescovo mons. Arrigo Miglio, alla Diocesi tunisina, dal 6 all’8 novembre scorso, accolto, insieme al direttore della Caritas diocesana don Marco Lai e alla referente comunicazione Maria Chiara Cugusi, dall’arcivescovo mons. Ilario Antoniazzi.
L’occasione è stata la presentazione del libro Una testimonianza silenziosa. Storia della Chiesa cattolica in Tunisia dal Trattato del Bardo alla “rivoluzione dei gelsomini” nella biblioteca diocesana di Tunisi, a cui ha partecipato anche Patrizia Manduchi, docente di storia dei paesi islamici all’Università di Cagliari. Come spiegato dall’autrice Maria Chiara Cugusi e dagli organizzatori, il tema è la storia di una Chiesa che dà una testimonianza di vita, con azioni concrete, evitando il proselitismo e mettendosi al servizio del paese. Del libro si è parlato anche in un incontro con gli studenti del master in religioni comparate dell’Università Manouba, guidato dal Prof. Abderrazak Sayadi: un bel segno in un paese che sempre più, grazie agli effetti della “rivoluzione” del 2011, cerca di aprirsi alla conoscenza dell’altro, favorendo lo studio delle diverse religioni in ambito universitario.
Sullo sfondo c’è un’attenzione crescente, da parte della Chiesa di Cagliari, verso una dimensione sempre più mediterranea, in cui le Chiese della sponda sud, impegnate nei paesi musulmani del Maghreb, che amano definirsi “Chiese dell’incontro”, possono offrire una testimonianza importante per i nostri territori. Tra queste, quella tunisina, «una Chiesa viva, che non si misura per le statistiche ma per la ricchezza dello spirito»: così l’ha definita mons. Miglio, sottolineando che essa apre un orizzonte nuovo, che può rappresentare il futuro della presenza cristiana in un mondo in cambiamento, a iniziare dalla Chiesa sarda e italiana.
A unire le Diocesi anche due microprogetti già attivi da alcuni anni e che ora si intende rafforzare. Grazie al primo, i giovani – studenti subsahariani – e i responsabili della pastorale giovanile della Diocesi tunisina, attraverso il sostegno della Caritas di Cagliari, hanno organizzato corsi di informatica e realizzato il sito della Diocesi (www.eglisecatholiquetunisie.org): un modo per superare le distanze – in un paese in cui le otto parrocchie sono separate da centinaia di kilometri – e per assicurare animazione, come hanno spiegato Padre Jean Marcel e Padre Silvio durante l’incontro con la delegazione cagliaritana (nella foto).
Durante le due giornate tunisine della delegazione, anche le messe nella Cattedrale e nella Chiesa di Sainte Jeanne d’Arc a Tunisi (nella foto), l’incontro con padre Claudio, direttore della Caritas Tunisia, e la visita, insieme alla responsabile Suor Anna e al suo collaboratore Khaled, al progetto del quartiere di Melassine, uno dei più degradati della capitale. Un progetto attivato insieme alla Caritas di Cagliari, con il sostegno di Caritas Italiana, oggi espanso e portato avanti dalla Caritas tunisina, grazie all’aiuto di alcune suore vincenziane, consistente in tre atelier, taglio-cucito, pittura e cucina, in cui oltre una ventina di donne sono impegnate nella realizzazione di bomboniere e sottovasi in stile tunisino e nella produzione di pasta; terminata la formazione, sono accompagnate dall’équipe Caritas nella creazione di piccole attività. Inoltre, si sono attivati il sostegno scolare per 150 bambini, una mediateca, forme di inserimento professionale per giovani delle scuole superiori, e presto ci si dedicherà agli adolescenti a rischio abbandono scolastico.
Maria Chiara Cugusi