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Inaugurata a Ozieri la sede di Libera

C’è da oggi anche Ozieri tra i 1000 “luoghi d’impegno” idealmente collegati dai “ponti di memoria” sparsi in tutta Italia ogni di 21 marzo: l’inaugurazione del presidio territoriale di Libera, lo scorso 16 marzo presso la sede della Caritas Diocesana, ha dato finalmente una forma concreta all’impegno che già da anni in città il mondo dell’associazionismo porta avanti trasversalmente, con CSV Sardegna Solidale e Caritas in testa, e che ora sotto il nome di don Pino Puglisi ha di fatto una sede ufficiale e un punto di coordinamento fisico per tutte le attività di “Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”.

convegno liberaUn traguardo che “dà continuità e concretezza al lavoro di anni – afferma con orgoglio Giovanna Pani, Referente ozierese di CSV Sardegna Solidale – e ad una consapevolezza che illustri predecessori giunti nel tempo in città, come lo stesso don Ciotti e suor Carolina Iavazzo, hanno contribuito a formare nel fertile substrato sociale.” Grande partecipazione infatti hanno manifestato i gruppi, Associazioni, ma anche comuni cittadini che hanno affollato la sede di via Azuni, primo fra tutti il sindaco Ladu, confermando le rispettive adesioni al Presidio permanente: tra gli altri il CIF, Associazione culturale Logudoro, Agesci, Aido-Admo, Volontari del 2000, Consulta giovanile, San Leonardo Bidda Noa e il Tecnico “Fermi”, il primo ad associarsi tra gli istituti di Ozieri, sottoscrivendo che il potere dei segni, quelli positivi, non è certo inferiore all’influenza dei cattivi maestri.

Proprio da questo è nata circa 20 anni fa l’Associazione, “dall’idea che l’antimafia non fosse appannaggio esclusivo di magistrati e forze dell’ordine, ma di ogni privato cittadino mosso da sentimenti di giustizia e di legalità” ha spiegato il referente regionale Gianpiero Farru, accompagnato dalla coordinatrice Nanda Sedda, all’apertura dei lavori, facendo il rapido excursus di una storia iniziata nel 1995 con la raccolta di firme per la legge 109 sull’uso sociale dei beni confiscati ai mafiosi e ai corrotti, e che ne ha guadagnato nel tempo anche l’uso sociale: tra i 20 mila espropriati, sono oggi oltre 7500 i beni immobili (appartamenti, ville e terreni) gestiti da circa 500 realtà sociali (perlopiù cooperative di giovani) per la realizzazione di prodotti biologici contrassegnati dal marchio di qualità e legalità “Libera Terra”.

Ma Libera è anche e soprattutto memoria delle vittime innocenti delle mafie, circa 1000 da che ha iniziato a contarle, alcune dai nomi altisonanti, altri sconosciuti, ma tutte con la stessa dignità poiché a tutte è stato tolto lo stesso diritto alla vita: diventano nomi e volti ogni 21 marzo, quando in tutte le piazze aderenti si celebra nel primo giorno di primavera la Giornata della Memoria e dell’Impegno, con la lettura di un elenco sempre troppo lungo, e che purtroppo viene continuamente aggiornato. Il loro ricordo è un monito per tutta la società che si dica civile, uno strumento non violento di impegno e di pace perché Libera, proprio come Caritas, svolge un’importante azione di animazione territoriale, attivando percorsi di conoscenza e sensibilizzazione che portino alla consapevolezza prima, e al cambiamento poi. Ne era convinto anche don Pino Puglisi, come ha ricordato il neoeletto referente Tonino Becciu, ripercorrendo la vita del sacerdote ucciso da Cosa Nostra, e che ora dà il nome al Presidio ozierese: “Lavorare sulla prevenzione, educando le nuove generazioni alla prosocialità, alla legalità e alla trasparenza porta sempre dei frutti – ha aggiunto – anche se non sempre la dedizione dei nostri giovani al volontariato fa notizia. Per questo occorre valorizzarla e credere che migliorare è possibile.”

Se è vero che “è il noi che vince”, come recita il motto dell’associazione, anche le voci ozieresi (ma non solo) si uniscono da oggi alle migliaia che brandiscono la cultura e la memoria come armi contro il silenzio e la corruzione: Libera Ozieri assume quindi a buon diritto la duplice accezione di aggettivo, che qualifica una città senza vincoli, e di imperativo, come sinonimo di un impegno che si protrarrà nel tempo e nello spazio, per diffondere quella civiltà della legalità che è il più efficace anticorpo ad ogni forma di mafia.

A cura di Viviana Tilocca, referente comunicazione Caritas Ozieri