Ri-ordinarsi per riordinare: sembra questo il motto adottato dagli operatori della Caritas diocesana per ottimizzare modalità e risorse nell’azione e garantire un intervento sempre più capillare ed efficace nel territorio.
È la premessa che ha dato avvio all’incontro del 12 gennaio a Bono, nella saletta della Parrocchia San Michele, a cui hanno partecipato i referenti diocesani dell’Osservatorio Povertà e Risorse, dei centri d’Ascolto di Ozieri e Bono, e alcuni operatori del Vicariato del Goceano: una prima risposta alla forte esigenza organizzativa, alla base della ricostituzione dei diversi ambiti d’impegno per quanto riguarda la Promozione Caritas, con l’impiego di risorse umane già in campo e la ricognizione di nuovi elementi tra le parrocchie, con lo scopo di dar vita “ad un vero cammino diocesano, e non solo ozierese” ha esordito Antonio Arca, da anni impegnato nelle attività di Osservatorio.
Delineando alcune linee programmatiche per il futuro più prossimo, si sono ripensati alcuni interventi mirati a costruire una rete di contatto diretto con le comunità, per intercettare i bisogni meno evidenti e “quei poveri che non si conoscono” : il coinvolgimento di nuove “sentinelle del disagio” dunque, come medici e pediatri, insegnanti ed assistenti sociali risulterebbe particolarmente prezioso per coadiuvare la prospettiva dei parroci sull’osservazione anche delle più piccole realtà diocesane.
Nello sconfortante panorama delle vecchie e nuove povertà, che registrano un aumento tra le maglie del Centro d’Ascolto diocesano, “le criticità più frequenti sono quelle legate ai bisogni economici ma anche a disgregazioni familiari e dipendenze da alcool, droghe, gioco” ammette Giovanna Pani, vice Direttore della sede diocesana, assicurando comunque che gli operatori intervengono non solo nell’urgenza, ma anche nell’accompagnamento fino a sanare, per quanto possibile, le situazioni di disagio anche attraverso il Prestito della Speranza o il coinvolgimento della SPES.
Quello del lavoro e della disoccupazione giovanile infatti si è rivelato un altro nodo fondamentale del dibattito, alla ricerca di alcuni preliminari provvedimenti che puntino alla formazione di nuove figure professionali ed attività imprenditoriali per uscire dal circolo vizioso dell’assistenzialismo fine a se stesso.
Non solo con i migliori propositi dunque, ma con delle proposte da subito operative si è certificato l’assolvimento dell’ordine del giorno, programmando obiettivi a breve scadenza per gli incontri più prossimi come tappe progressive verso un restyling – nelle forme, ma mai nell’essenza – ad ogni passo sempre più concreto.
A cura di Viviana Tilocca, servizio comunicazione Caritas Ozieri