Il Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana ha nominato mons. Francesco Soddu nuovo direttore della Caritas Italiana. Il delegato regionale della Caritas e gli altri direttori delle Caritas diocesane della Sardegna si congratulano con lui per l’importante nuovo servizio che è stato chiamato a svolgere per la Chiesa italiana e, nel formulargli i migliori auguri di buon lavoro, lo ringraziano con espressioni di stima ed amicizia per il contributo offerto in Delegazione e nella sua Chiesa locale.
Queste le prime parole del nuovo direttore di Caritas Italiana, a seguito della nomina: “L’ufficio di direttore della Caritas diocesana affidatomi nel 2005, ha comportato un ampliamento di orizzonte per la mia vocazione e ministero sacerdotale. Ricordo che L’Arcivescovo assegnandomi questo compito, disse: “Dietro e dentro la Caritas c’è la Chiesa” ed insieme: “Ti do un anno di tempo per fondare la Caritas”. Queste due affermazioni di padre Paolo mi impressionarono alquanto, la prima perché mi svelava pienamente la dimensione dell’incarico e la seconda perché da qualche parte bisognava pur iniziare. Per quanto riguarda il secondo aspetto si dovette lavorare molto, sopratutto per conferire all’Organismo la struttura portante che la caratterizza. Pertanto, mentre iniziavo a frequentare il corso base di Caritas Italiana, in diocesi si lavorava assiduamente per la costituzione del Consiglio, dell’équipe, della giunta direttiva, e per ridare slancio, vitalità e dinamicità alle opere-segno esistenti e nel contempo costruire tutta una rete di relazioni col sociale, indispensabile per il dialogo e gli interventi a favore dei più bisognosi. I poveri sono stati coloro che hanno illuminato ogni passo di questo percorso, essi hanno orientato ogni nostro pensiero guidandolo nella giusta dimensione evangelica a servizio della Chiesa e della società. Secondo la visione di Chiesa – Comunione dove tutti i membri sono soggetti di pastorale, in questi anni hanno visto la luce l’Osservatorio delle povertà e risorse, il Laboratorio di promozione ed accompagnamento delle Caritas parrocchiali, l’Ufficio della comunicazione, l’Ufficio per l’animazione, l’Ufficio e centro di ascolto per gli stranieri, il Gruppo diocesano di educazione alla mondialità, la presenza della Caritas nel carcere, il sito web e, infine, lo sportello di consulenza per il Prestito della Speranza. Inoltre, si è data una migliore configurazione al Centro di Ascolto; esso è come il propulsore delle attività della Caritas, pienamente convinti che l’ascolto sia il primo ed insostituibile servizio di carità, da cui partono l’attenzione, la decodificazione ed interpretazione dinamica del bisogno in vista non tanto del dare tamponando, quanto del darsi tessendo trame scucite e immettendo o rimettendo la persona all’interno del circuito vitale.
Ma il primo ascolto è riservato a Dio, Carità assoluta e sua fonte; la preghiera mensile davanti all’Eucaristia, presso la Chiesa del SS.mo Sacramento, ha orientato, sostenuto e guidato ogni nostra azione.
In questi anni si è lavorato molto per la formazione di tutti, particolarmente per i giovani, sia in ambito parrocchiale sia in ambito scolastico. Altra affermazione dell’Arcivescovo non passata inosservata in questi anni è stata: “ I giovani sono i poveri tra i poveri”, perciò nella Caritas Turritana, oltre i numerosi volontari, prestano il loro competente servizio alcuni giovani “ingaggiati” secondo le norme che regolano il settore del lavoro e mettendo in campo la “fantasia della carità”.
I diversi progetti diocesani portati avanti sono tutti collegati dal filo rosso dell’animazione, che con la prevalente funzione pedagogica, è anche l’anima dell’azione propria della Caritas. Con tutte queste persone si è dato via ad un circuito Caritas di servizio a tutto tondo, come offerta di strumenti e competenze che non gli provengono per virtù propria ma dalla stessa Chiesa “esperta in umanità”. Con costoro – dopo aver partecipato al corso nazionale e/o regionale di formazione- si è dato anche inizio ad un percorso di formazione degli animatori delle Caritas parrocchiali. Posso con orgoglio affermare che i responsabili di settore e tutti gli operatori siano persone valide e competenti, tutti cresciuti nell’amicizia, nella fraternità umana e spirituale. Essi sapranno continuare con la medesima competenza ed entusiasmo il bel cammino portato avanti, con sempre sentita responsabilità anche con chi sarà chiamato a succedermi.
La nomina a direttore di Caritas Italiana crea in me uno stato di vertigine indescrivibile; soltanto chi opera in questo settore, penso, possa immaginare la mole di lavoro, la sua delicatezza e l’alta responsabilità. Quando contattato, in vista della successione all’incarico di direttore di Caritas Italiana, mi chiesero cosa pensassi dell’incarico che mi veniva offerto, risposi che da quando sono sacerdote non ho mai disobbedito ai superiori. Con questo spirito di timore, ma anche di abbandono e di fiducia inizio questa nuova avventura sentendomi, come Abramo, sradicato dalla mia amata terra-diocesi per continuare il servizio di ministro in altro posto ma sempre nell’unica amata Chiesa di Cristo”.
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