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Convegno Caritas/ I doni della Chiesa. In cammino verso le periferie

Un’occasione per rafforzare l’azione pastorale delle Caritas diocesane nei rispettivi territori, a partire da tre domande chiave, che hanno accompagnato la preparazione al Convegno nazionale: cosa sia possibile aggiungere, cambiare e abbandonare nella propria azione, per definire strumenti più adeguati alle nuove esigenze, nella condivisione accanto ai poveri

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Un cammino rappresentato dalla metafora del viaggio dei Magi, i cui doni simboleggiano il frutto della riflessione delle Caritas, ‘offerti’ attraverso tre contenitori, tipici della tradizione sarda, in apertura del Convegno: il dono dell’oro in ‘sa crobi’ (canestro in vimini e giunchi, il cui intreccio contiene ciò che è prezioso, i doni da conservare), quello dell’incenso in ‘sa bertula’ (bisaccia del pastore e del viandante in lana e cotone, la cui resistenza trattiene ciò che è buono e può essere trasformato lungo il cammino), quello della mirra in ‘sa scivedda’ (contenitore per l’impasto del pane, pasta e dolci, in terra cotta: la fragilità di quest’ultima rappresenta le scelte talvolta inadeguate che si intende superare). In particolare, l’azione pastorale delle Caritas sarde sarà raccontata nella serata dedicata agli stand ‘Attraversiamo l’Isola: un percorso tra i Semi della Carità che divengono Alberi di Comunità’ (mercoledì 2 aprile alle 21), «in cui ogni Diocesi avrà la possibilità di raccontare le proprie radici, la propria cultura, generosità, giustizia sociale – spiega Don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana e delegato regionale Caritas -, in una reciproca conoscenza e arricchimento». Sul sottofondo, il suono musicale delle launeddas, del canto a tenore di Bitti, dei balli sardi del gruppo folk di San Basilio;  non mancherà un richiamo all’alluvione dello scorso novembre, con il monologo dell’artista Gianluca Medas.